domenica 28 aprile 2013

Sparatoria davanti a Palazzo Chigi: 2 carabinieri feriti, arrestato uomo


ROMA (Reuters) - Due carabinieri sono rimasti feriti stamani, uno in modo serio, in una sparatoria davanti a Palazzo Chigi, e l'uomo che avrebbe aperto il fuoco è stato arrestato.
Lo riferiscono fonti investigative e testimoni.
La sparatoria ha avuto luogo mentre al Quirinale era in corso la cerimonia di giuramento del nuovo governo.
Intanto ambulanze arrivano sulla scena della sparatoria, e una ha lasciato Piazza Colonna.

Che sia forse l'inizio di una rivolta popolare o semplicemente un folle? Marco

Fonte

giovedì 25 aprile 2013

VECCHIO EURO E NUOVA LIRA

Ci serve la NUOVA LIRA una moneta nostra che sia paragonata all'euro europeo.. Cioè 1€= 1 NUOVA LIRA. Ricominciare daccapo con una sovranità nostra.. Non ci vuole molto per farlo ma gli interessi dei potenti la bloccano purtroppo.
Ah se avessimo un giusto referendum..

lunedì 22 aprile 2013

Daniele Di Luciano "Attentati: noi siamo “complottisti” o voi siete idioti?"

Forse non tutti sanno che il giorno dell’attentato alla maratona di Boston si sarebbe dovuta svolgere un’esercitazione con “esplosioni controllata”.
Varie fonti americane hanno riportato la notizia.
Addirittura il “Boston Globe”, il giorno dell’attentato, scriveva su Twitter:

Funzionari: Ci sarà una esplosione controllata di fronte alla biblioteca, tra un minuto, come parte delle attività della squadra dinamitarda.
E dopo sette minuti:
Da RT: Due bombe di fronte al Marathon Sports. Ossa fuoriuscite, pezzi di gambe, sangue ovunque
Sicuramente una strana coincidenza, vero?
Ma non è finita qui.
Ricordate l’attentato di Oslo?
Forse non tutti sanno che il 22 luglio 2011, quando morirono 77 persone, di cui 8 per una bomba, si sarebbe dovuta svolgere un’esercitazione.

Come riferisce il quotidiano norvegese “Aftenposten”, nuclei della «polizia antiterrorismo hanno fatto esplodere delle cariche esplosive in un’esercitazione al centro di Oslo, a duecento metri dall’Opera, ma si sono dimenticati di avvisare il pubblico». [Fonte]
Ma non è finita qui.
Ricordate l’attentato di Londra?
Forse non tutti sanno che il 7 luglio 2005, quando a Londra esplosero diverse bombe in alcune stazioni metropolitane provocando la morte di cinquanta persone, si sarebbe dovuta svolgere un’esercitazione che prevedeva la simulazione di un attentato.
Quella che segue è la trascrizione di un’intervista fatta a Peter Power, dirigente di Scotland Yard che ha lavorato nella squadra anti-terrorismo, da Radio 5 della BBC.
POWERAlle nove e mezzo di questa mattina stavamo svolgendo per una compagnia qui a Londra una esercitazione che si basava sull’ipotesi dello scoppio simultaneo di più ordigni esattamente alle stesse stazioni ferroviarie dove questa mattina è accaduto quanto sappiamo, così ancora ho i brividi per l’accaduto. 
INTERVISTATOREMi faccia capire meglio, voi stavate effettuando una simulazione per vedere come avreste affrontato questo tipo di emergenza ed invece questa si è realmente verificata mentre voi stavate effettuando l’esercitazione? 
POWERPrecisamente, e circa alle 9 e 30 di questa mattina, avevamo progettato ciò per una compagnia della quale per ovvie ragioni non rivelo il nome, per altro ci stanno ascoltando e sanno di cosa parlo. Avevamo una stanza piena di esperti di crisi che si incontravano per la prima volta e così in meno di 5 minuti ci rendemmo conto che quanto accaduto era reale e attivammo le corrette procedure per gestire la crisi passando da modalità di intervento lenta a quella rapida e così via.
Non ci credete? Potete ascoltare l’audio originale in inglese.
Ma non è finita qui.
Ricordate l’attentato dell’11 settembre?
Forse non tutti sanno che anche in quel giorno si sarebbero dovute svolgere delle esercitazioni.
Ma che tipo di esercitazioni? Ce lo dice Alberto Medici, nel suo libro “Ingannati“:
In quel giorno infatti erano in corso diverse esercitazioni militari, simulazioni (chiamate in gergo “drills”) alcune delle quali oltretutto riguardavano aerei dell’aviazione civile dirottati da terroristi e lanciati come kamikaze su bersagli sensibili o sul pentagono.
È finita qui? No ma penso che possa bastare, vero?
A questo punto, cosa siete, “complottisti” o idioti?

Grecia: Campi di concentramento per gli insolventi

Quando leggerete questo post penserete ad un pesce di aprile in ritardo o ad uno scherzo di dubbio gusto. E invece no è tutto vero, la Grecia sta preparando campi militari (o meglio campi di concentramento) per confinare i “debitori dello stato”. come noto centinaia di migliaia di Greci hanno esportato capitali o li hanno trasformati in contanti (e metalli preziosi) in questi 4 anni, in pratica si sono spossessati del loro patrimonio in Grecia in modo da affrontare la bancarotta. Risultato: ci sono centinaia di migliaia di Greci che devono soldi allo Stato ma che risultano insolventi e non hanno patrimonio aggredibile dallo Stato Greco.
La Soluzione Finale Greca: Il campo di concentramento per i debitori!
Il Governo Greco sta adattando un campo di addestramento militare vicino alla prefettura di Attica per “ospitare” i Greci insolventi! L’idea è quella di creare delle quasi-prigioni ovvero luoghi non così duri come la prigione (su questo è legittimo qualche dubbio) ma che comunque limitano la libertà dei cittadini.
Dovete sapere che a Febbraio scorso in Grecia è entrata in vigore una legge che impone il carcere per i debitori dello stato:

Debts and Prison Penalties
Un debitore (dello Stato) che ha come debito;
5,000 euro può andare in prigione fino a 12 mesi

10,000+ euro – almeno 6 mesi
50,000+ euro – almeno un anno
150,000+ euro – almeno 3 anni
Oppure può decidere di rateizzare in 48 mesi, ma se salta una rata arriva la camionetta delle SS ooops volevo dire della polizia per portarti al campo di concentramento.
Formalmente il campo di concentramento vicino ad Attica viene costruito per offrire una “prigione più umana” ai debitori dello Stato, separandoli da assassini, spacciatori, stupratori, pedofili…. io però avrei qualche dubbio che ci sarà differenza anzi.
Non fatevi illusioni, Presto in Italia. Delocalizzate anche voi stessi se potete.
Da KeepTaking in Greece - traduzione a cura di N. Forcheri

Gradualmente, la Grecia scivola nella versione 21 secolo del sinistro e oscuro mondo di Charles Dickens: famiglie che bruciano la legna per scaldarsi, lavoratori che lavorano per niente, … e ciliegina sulla torta greca, prossimamente prigioni per gli insolventi! Quanto abbiamo riferito a gennaio diventa realtà: prigioni fiscali! Il governo cerca un campo militare per trasformarlo in prigione degli insolventi, nei confronti di fisco o di enti sociali, ad esempio.
Tuttavia, le condizioni di detenzione non saranno dure come quelle della prigione di Marshalsea dove ha passato molto tempo Willam Dorrit .

I detenuti debitori della Moderna Grecia, che devono allo Stato oltre 5000 euro, “vivranno in condizioni umane”, come riferito dal vice ministro della Giustizia al Parlamento martedì scorso.
“Lo Stato sta ricercando un campo militare entro i limiti della prefettura di Attica per ospitare i debitori di Stato che devono scontare una pena detentita” ha detto il vice ministro della Giustizia Kostas Karagounis ai deputati aggiungendo che la prigione speciale per i debitori offrirà condizioni di vita migliori, più umane. 
Si, il fattore umano sarà che non saranno detenuti insieme ad assassini, spacciatori di droga e ladri.
Il progetto di costruzione delle prigioni fiscali è inevitabile dopo le decisioni pertinenti e le circolari emanate dal Ministero delle Finanze. A febbraio scorso il ministero ha deciso di imporre pene detentive ai debitori che devono allo Stato oltre  5,000 euro.   I debitori avranno la possibilità di pagare i debiti in rate, entro 4 mesi, prima di essere messi dietro le sbarre.
Il Ministero delle Finanze apparentemente considera le pene detentive come l’unico modo per costringere il piccolo diavolo in bancarotta a “dare allo Stato quello che appartiene allo Stato” foss’anche la tassa di emergenza sulla proprietà, la tassa di solidarietà e quella sul commercio, e altre tasse sul reddito che ammontino in totale a 5000 euro di debito, in due anni, inclusi gli interessi.

Debiti e Pene Detentive
Un debitore che deve:
5,000 euro, rischia una pena dententiva di massimo 12 mesi
10,000+ euro – almeno 6 mesi
50,000+ euro – almeno 1 anno
150,000+ euro – almeno 3 anni

Naturalmente lo Stato preferisce giungere a un accordo di massimo 48 rate in modo che i debitori possano pagare gradualmente le somme che devono.
Ma se non possono pagare? Se non hanno beni che lo Stato possa confiscare? Possono passare vari mesi nelle cosiddette  prigioni fiscali  e godere di condizioni umane….
In compagnia di pesci grossi, come uomini di affari che devono allo Stato vari milioni di euro o miliardi! Come l’uomo arrestato giovedì per un presunto debito allo Stato di 6,3 miliardi di euro, secondo quanto riferito da un media greco ……

Fonte: http://www.stampalibera.com/?p=62342
- http://www.rischiocalcolato.it/2013/04/speciale-grecia-la-soluzione-finale-campi-di-concentramento-per-i-debitori-dello-stato.html

Brutte ore per il giornalista che ha linkato su Facebook il famoso fotomontaggio che raffigura la Boldrini nuda: polizia a casa (senza mandato), famiglia terrorizzata, un gruppo di divise impegnate nella cancellazione della burla dal web…

Oggi a coprire nudità importanti ci pensa la polizia di Stato «costretta» a intervenire con una rapidità senza precedenti per oscurare da internet una doppia fotografia che ritraeva la presidente della Camera, Laura Boldrini, sulla copertina di Famiglia Cristiana e contestualmente sulla prima pagina della defunta rivista erotica Le Ore. La copertina del settimanale cattolico era però originale, mentre la seconda, ovviamente, no. Un fake, proprio come la pretesa Boldrini raffigurata nuda su una spiaggia: in realtà si tratta di un’ignara e anonima nudista la cui foto compare su alcuni siti per amanti dell’integrale.
Sembra che sabato scorso, di pomeriggio, le immagini escono sulla bacheca Facebook di Antonio Mattia, giornalista della provincia di Latina, che lavora per Popolo Italiano e Napoli News Magazine. Ma quella foto non è una notizia, essendo una burla, una delle tante che ogni giorno affollano i social network tra «condivisioni», «mi piace», e via discorrendo. Qualcuno, non sappiamo se lo stesso Mattia, s’era divertito a spacciare la nudista per la presidente della Camera. Il tam tam sulla rete avrebbe indignato pesantemente la Boldrini che da poco già aveva tuonato contro l’imperare di gruppi fascisti su Fb.
Per quel che se ne sa è finita che il giornalista è stato subito indagato per diffamazione dal pm romano Luca Palamara, il nudo della falsa Boldrini è (quasi) scomparso dalla rete, la polizia postale s’è ritrovata a sacrificare alcuni agenti distaccandoli in una stanza a Montecitorio per monitorare il web alla voce «Laura Boldrini».
Il giornalista si dichiarerebbe ancora scioccato dalla violenza del blitz della forze dell’ordine: «Al di là della facilità con cui si può dimostrare che io mi sono solo limitato a condividere una foto che già girava su Facebook, e di mettere qualche commento, è tutta la storia che ha dell’incredibile: domenica ero a Sperlonga quando vengo raggiunto da una telefonata dei miei figli, letteralmente terrorizzati dal fatto che c’era la polizia a casa che voleva sequestrare i computer. Allora prendo la macchina e mi precipito nella mia abitazione, a Fondi, dove trovo agenti della postale e del commissariato locale. Mi chiedono delle foto della Boldrini e, incredulo, faccio presente che avevo rigirato una immagine che già girava su Fb. Al che chiedo loro se avevano un mandato e mi rispondono che no, non l’avevano. …Comunque… prima di andar via fanno presente che avrei potuto avere problemi per quella “goliardata”. La cosa veramente incredibile è la tempestività dell’intervento: nemmeno 8-10 ore son trascorse dalla foto messa sul mio profilo ai poliziotti dentro casa». Su internet il giallo della foto appassiona più utenti, ma a smascherare il falso ci pensano subito i siti Blitz Quotidiano, Giornalettismo e il Disinformatico di Paolo Attivissimo, noto cacciatore di bufale internet. Anche Occhiosulweb, nell’articolo dedicato allo scandalo ha da subito specificato la natura dello scherzo. Contestualmente esce la notizia che la procura, ricevuta la denuncia della Camera dei deputati, identificata la «sorgente» di quel fake in Antonio Mattia, «ha disposto il sequestro delle foto diffuse in rete e la rimozione della fotografia». L’indagine più veloce della storia. Non si ha memoria di un tale dispiego di poliziotti per censurare una delle migliaia di becere foto (false, ritoccate o taroccate) di Berlusconi o Bersani, Grillo o Renzi, Napolitano o Prodi. Men che meno c’è traccia di sequestri di scatti rubati a politici immortalati come mamma li ha fatti: vedi Casini, Montezemolo, Fini o il premier ceko Topolánek. Persino il leader della Boldrini, Nichi Vendola, pubblicato dal Giornale ignudo e giovane con due amici in spiaggia, eppoi ripostato su Facebook e Youtube, non pretese un rastrellamento della rete: ci scherzò su. La Boldrini l’ha invece presa sul serio. Dal suo entourage si dà, però, una versione diversa dei fatti. Intanto si escludono «pressioni» a livello istituzionale: «A far partire la denuncia è stato il personale di polizia di Montecitorio senza alcun intervento diretto della presidenza. Qualcuno ha visto la foto e l’ha segnalata». E sul trasferimento già avvenuto ad personam di un contingente di agenti specializzati, di cui si vocifera alla polizia postale, dalla presidenza fanno sapere che è «solo una ipotesi allo studio». Sul merito di una risposta sproporzionata ad una burla di cattivo gusto, l’obiezione è un’altra: «Il problema erano i commenti alla foto dello stesso autore, che sosteneva che quel soggetto fosse realmente la terza carica dello Stato». Niente privilegi, insomma. D’ora in avanti se qualcuno vi sputtanerà su Facebook, telefonate al 113. E se nessuno vi fila, dite che vi manda Laura Boldrini. Quella vera.

(Fonte: ilgiornale.it)

domenica 21 aprile 2013

ROMA: FOLLA IN PROTESTA DOPO RIELEZIONE DI NAPOLITANO

Considerando che Facebook è al momento la piattaforma più controllata e censurata sul pianeta i blog liberi e indipendenti sono l'unico modo per divulgare la verità considerato che in tv c'è solo la de filippo e la d'urso..

FOLLA A MONTECITORIO DOPO LA RIELEZIONE DI NAPOLITANO
http://youtu.be/kADkmOhIKmw

sabato 20 aprile 2013

O si lotta adesso o si scappa..

Be dopo gli ultimi avvenimenti in questo nostro bel paese non ho parole mi mancano davvero le parole giuste per descrivere la nostra situazione.. Abbiamo votato e siamo senza un governo, hanno votato e non abbiamo un nuovo presidente ma quello vecchio, nulla funziona più e il caos.. Dobbiamo fare la fine della collassata grecia per rendercene conto? Ah no scusate italiani forse vi interrompo mentre organizzate il vostro sabato sera..
Che tristezza.

martedì 16 aprile 2013

Ci stangano: ecco la patrimoniale, ce la impone Angela Merkel

I consiglieri delle teutonica cancelliera insistono: italiani più ricchi dei tedeschi, devono pagare. Così il salasso arriverà insieme alla prossima manovra

Ci risiamo con la patrimoniale per risolvere i problemi del debito pubblico. Per l’ennesima volta la proposta/minaccia arriva dalla Germania, ma stavolta l’indirizzo della missiva è ben chiaro: Roma, Italia.  E pure il mittente: Angela Merkel, che per tramite di due suoi stretti collaboratori manda a dire al sud Europa che le prossime manovre o i prossimi salvataggi si finanzieranno  col prelievo delle ricchezze private. I due docenti Lars Feld e Peter Bofinger sono gli esponenti di punta del quintetto del Germany’s Council of Economic Experts, detto anche dei “cinque saggi”. La proposta è semplice. I ricchi cittadini del Sud Europa devono partecipare nei prossimi dieci anni al risanamento dei bilanci dei rispettivi Paesi. I loro conti correnti devono porgere entrambe le guance evitando di nascondersi in paradisi fiscali lontani dalle lunghe mani dell’Unione Europea. Angela Merkel non scherza soprattutto perché l’idea è il frutto della chiusura di un cerchio che la Ue su spinta teutonica ha cominciato a disegnare tempo fa. (...)

Come spiega Claudio Antonelli su Libero di martedì 17 aprile, gli italiani devono fare attenzione al portafogli: Angela Merkel infatti vuole imporci la patrimoniale. I consiglieri della teutonica cancelliera insistono: gli italiani sonon più ricchi dei tedeschi, e quindi devono pagare. Così una nuova imposta arriverà con la prossima manovra.

Opinione personale: Ma stiamo scherzando? farci comandare dai tedeschi?

Fonte http://www.liberoquotidiano.it/news/economia/1224451/Ci-stangano--ecco-la-patrimoniale--Ce-la-impone-Angela-Merkel.html 

Italia torni alla lira per puntare sulla piena occupazione

Se la Bce continua con l'austerità allora conviene abbandonare il progetto dell'Eurozona. Bisogna tornare a spendere a deficit. L'intervento alla trasmissione Ultima Parola di Warren Mosler, padre della Modern Money Theory (MMT).
Il contenuto di questo articolo, pubblicato da Rai —che ringraziamo— esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

Roma - Il governo Monti ha scelto la politica dell’austerità per riordinare i conti italiani. È la soluzione giusta?


Warren Mosler – Scommettere sull’austerità è stato un grave errore. Il Governo italiano ha provato ad aumentare le tasse e a tagliare la spesa pubblica, ma così facendo ha sostanzialmente peggiorato il quadro macroeconomico del Paese. Conseguire la riduzione dei deficit attraverso una politica di contenimento è quanto di più errato si possa fare. Queste politiche non solo aumentano il tasso di disoccupazione, ma allargano i deficit. Penso che l’esperienza greca mostri tutti i limiti di questo modello.

Perché l’austerità non può funzionare?


Warren Mosler - Quando si aumentano le tasse e si attua un profondo taglio alla spesa pubblica, l’economia crolla e le entrate nelle casse dell’erario diminuiscono di conseguenza. Pertanto, anche la spesa pubblica aumenta a causa della disoccupazione. Per l’economia e per i cittadini tutto ciò è nocivo. Se si riuscisse a comprendere il motivo di una simile strategia, si potrebbe tranquillamente accusare i vostri governanti di perpetuare un vero e proprio crimine morale. Il governo Monti poteva mantenere la disoccupazione al 7% lasciando salire il deficit per stimolare la crescita e, invece, ha preferito portare il tasso di disoccupazione sopra il 10% distruggendo l’economia e il tessuto sociale.

All’Italia conviene restare nell’Euro?

Warren Mosler - Se la Banca Centrale Europea garantisse il debito e permettesse ai governi nazionali di accumulare deficit per combattere la disoccupazione; se il patto di stabilità tollerasse un deficit di bilancio del 6-7%, allora avrebbe senso restare nell’Euro. Se, invece, la Bce e l’Unione Europea intendono conseguire il pareggio di bilancio percorrendo la via dell’austerità e mantenendo la disoccupazione sopra il 10%, allora non conviene più restare nella moneta unica. Se i presupposti di Bruxelles sono questi, conviene tornare alla Lira.

Che cosa può fare l’Italia per uscire dalla trappola dell’austerità e rilanciare l’economia?


Warren Mosler - Per uscire dalla buca occorre smettere di scavare. Nessun Paese è obbligato a pagare i debiti. L’opzione "default" esiste per questo motivo. Se l’Italia torna alla Lira, lo Stato potrà anticipare la spesa per poi raccogliere i frutti sotto forma di imposte. Come accade oggi negli Stati Uniti e come accadeva in Italia prima dell’Euro e, in particolar modo, negli anni ’80, un’epoca durante la quale l’economia italiana era forte e competitiva sui mercati internazionali. È vero, l’inflazione era molto più alta di oggi, ma non mi risulta questo fosse un problema. L’augurio è che l’Italia possa tornare a quei giorni.

Fonte: http://economiapericittadini.it/article41

lunedì 8 aprile 2013

LO STATO, CRISI E PRELIEVI FORZATI

Lo dico e ripeterò sempre, non siate schiavi del sistema e delle banche togliete i vostri risparmi dai conti, investite in oro o altro non attaccabile, siate indipendenti e nessuno vi porterà via nulla.

Marco